Rose d’Arabia: Introduzione |
Isabella Camera d’Afflitto | ![]() |
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La narrativa saudita è in generale poco conosciuta tra gli studiosi di letteratura araba, ma è poco nota anche negli altri paesi arabi – più poveri economicamente, ma ricchi e fieri della loro plurisecolare tradizione giornalistica e letteraria – dove persistono ingiustificate resistenze se non veri e propri pregiudizi verso una terra che oggi è traboccante di ricchezze. Che la narrativa di tutta la Penisola Araba sia giovane è indiscutibile , e che non ci sia una consolidata tradizione di stampa letteraria, come in Egitto, Siria, Libano o Iraq, tanto per rimanere nel Vicino Oriente, anche questo è un dato assodato. Ma continuare a trascurare la produzione letteraria di paesi emergenti, come l’Arabia Saudita, il Kuwait, o altri paesi del Golfo, che in pochi anni hanno vissuto enormi e radicali trasformazioni socio-economiche, è atteggiamento criticabile sia per gli studi arabistici in genere, sia per gli stessi intellettuali arabi. Non è giusto, infatti, continuare a pensare che dove ci sono i petrodollari non ci possa essere cultura, prima di tutto perché la ricchezza in questi paesi non è certo alla portata di tutti; in secondo luogo perché il benessere, non producendo automaticamente felicità, innesca proprio quei meccanismi che stimolano lo scrittore che si sente solo, emarginato e incompreso, ad avvertire sempre più forte l’esigenza di far arrivare la propria voce non solo ai suoi connazionali ma, anche fuori dal suo paese. Che dire, poi, dell’intellettuale-donna, per la quale le lettere sono state per secoli l’unico spiraglio sul mondo esterno? Le donne arabe che scrivono non sono certo una rarità. Sono state
molte le scrittrici che hanno lasciato un’impronta più o
meno importante nella storia della cultura araba in generale; grandi sono
state alcune donne della nahda araba, di cui si sa ancora troppo poco:
da Aysha al-Taymuriyya a Zaynab Fawwaz in Egitto o da Maryana al-Marrash
in Siria, a Warda al-Yazigi in Libano; donne che spianeranno la strada
anche alle artefici del movimento femminista arabo come Bahithat al-Badiya
o Huda al-Sha‘rawi, e saranno di esempio per le future letterate
del XX secolo, da Mayy Ziyada, Samira ‘Azzam, a Nazik al-Mala’ika.
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